Oggi nelle pagine de "La Nazione", sollecitato da Laura Valdesi anche il Mangia d'Oro Andrea Causarano torna, con una battuta semplice ma efficace sull'argomento dell'invito ai festeggiamenti per il 90° compleanno della Regina Elisabetta II. "E' un'occasione persa, dovevano trovare le condizioni giuste per andarci". E il selvaiolo dottore della Juve ha ragione in pieno. Era un'occasione storica, un'opportunità unica di essere presenti ad un evento che non era con - tutto il rispetto - "La sagra di San Genesio" (cui il Comune con le chiarine rende omaggio). La monarchia inglese che vanta una storia millenaria è sicuramente quella con maggior fascino e potere del mondo. Un simbolo unico, un riferimento per tutte le monarchie attuali. Giova ricordare che tutte le Contrade hanno nello stemma il simbolo monarchico dei Savoia e possiamo dire di essere forse le uniche istituzioni italiane che esibiscono tali simboli con la naturalezza di una storia che ci appartiene. In qualsiasi altro contesto, tali simboli verrebbero associati a retaggi di un nostalgico e reazionario passato. E quindi, il Palio, con chi dovrebbe andare a braccetto? Di San Genesio, della Rai, o della Corona inglese? La risposta sarebbe scontata ma evidentemente a Siena non tutti la pensano così. Dunque, posto che da parte il Sindaco è assolutamente inutile parlare di Palio essendo una materia a lui sconosciuta, dobbiamo fare riferimento al comunicato del Magistrato delle Contrade del 20 gennaio scorso che così motivava la rinuncia dell'invito: "Le riflessioni conclusive sono che il Palio e le sue secolari e storiche tradizioni hanno avuto l’onore di suscitare interesse anche da parte della Corte Reale del Regno Unito per un evento di carattere planetario, tuttavia, per motivi sostanzialmente organizzativi ma anche etici, non ci sono state le condizioni per poter nemmeno affrontare la questione – e la conseguente decisione – nelle sedi deputate: le assemblee di Contrada".
Dunque i motivi sono stati organizzativi ed etici. Su quelli organizzativi non abbiamo dubbi, l'impresa era di quelle bibliche: prenotare aereo e albergo per il trittico di Piazza ed un paio di accompagnatori era una "mission impossible"! Ho parlato di trittico perchè non credo assolutamente che ci fosse il bisogno di schierare tutta la Comparsa di Piazza come vogliono farci credere. Non era l'occasione per farci conoscere o "rappresentare compiutamente l'idea del Palio di Siena" ma l'occasione era, di rendere omaggio alla Regina del Regno Unito. Sono due cose totalmente diverse. Con il trittico di Piazza rendiamo omaggio a Papi e Santi per cui, siamo sicuri, sarebbe bastato anche per Elisabetta II.
I motivi etici francamente mi sfuggono del tutto e non riesco proprio a percepirli. Quali sarebbero stati? Essere presenti all'avvenimento dell'anno in senso globale è immorale? Andare a rendere omaggio ad una delle poche istituzioni esistenti sulla terra che può vantare una continuità storica più longeva delle nostre Contrade, è una scelta eticamente discutibile? Mah! Molto etico invece è stato rendere omaggio all'agente segreto immaginario della Regina, James Bond. In quell'occasione non si fece troppo gli "schizzei", non ci si posero molti problemi morali. Si mascherò Piazza del Campo in modo vergognoso e pacchiano, accettando nelle scene del film anche una sparatoria in mezzo alla folla in Piazza durante la corsa. Si accettò che Siena fosse rappresentata in modo volgare nel gioco Playstation che seguì al film, e non ci si posero tanti problemi di coscienza.
Riguardo ai tempi della parata (90 minuti) si è detto, anzi, è stato fatto dire, che non vi erano i presupposti "per ottenere uno spazio temporale adeguato, secondo quanto ipotizzato nel corso dell’ultima riunione a Siena il 14 novembre scorso" come si legge nella lettera degli organizzatori. Ora, mi domando: ma il Magistrato voleva fare una Passeggiata Storica a Windsor? Perchè non sarebbe bastato partecipare insieme agli altri nella sfilata di omaggio? Quando venne Papa Woityla a Siena nel 1980 io ero vestito (trittico di Piazza e non Comparsa), si passò sotto il palco del Papa e si sfilò. Ora invece quali erano le nostre necessità per una presenza etica?
Le mie personali riflessioni conclusive, che non contano assolutamente nulla, sono diverse da quelle del Magistrato. Secondo me non c'è stata, in una fase iniziale, la necessaria attenzione da parte del primo cittadino, e quindi la proposta è partita già debole di suo. In seguito il Magistrato non ha avuto nè la voglia nè la forza di affrontare una "sfida" simile, che avrebbe reso onore alla storia del Palio e delle Contrade, rafforzandone una legittimità, che, seppure non è mai stata messa in dubbio, considerati i tempi, non sarebbe di certo piaciuta qualche nostro detrattore.
Giovanni Gigli
Ho sempre pensato che sono le persone che fanno le istituzioni. Sono i singoli, attraverso l'azione, l'esempio. il coraggio, la capacità di rischiare, ragionare, dialogare e prendere le decisioni che rendono valore all'istituzione di cui sono responsabili, e in quale modo ne aumentano il prestigio. Purtroppo all'interno del Magistrato, l'epoca di Fabio Pacciani è finita. Ce ne siamo accorti da tanti particolari. Il Rettore della Nobile Contrada del Bruco aveva guidato il Magistrato con la stessa lungimiranza e intelligenza con le quali aveva plasmato e cambiato la sua Contrada. Molteplici i segnali di questo cambiamento e che erano riusciti a togliere la più importante istituzione contradaiola da un irrigidimento ormai più che decennale. Era stato l'uomo giusto anche per traghettare le Contrade fuori dal legame (non usiamo l'abusata parola groviglio, ma il significato è quello) con i cosiddetti poteri forti, in un momento di forte crisi economico-assistenziale della città. Non a caso non era un dipendente del MPS. L'iniziativa del Capodanno senese e la cessazione della visita nella sede di una banca per festeggiare Sant'Ansano era stata opera sua. Il microcredito contradaiolo e gli stage per i giovani erano stati realizzati sotto la sua guida. Ora, spiace dirlo, ma qualcosa è cambiato. La gestione dell'invito della Regina, il muro opposto all'iniziativa spontanea dei tamburini senza proporre alternative di fronte al genuino entusiasmo di molti contradaioli, ed infine la non facile impresa di spostare l'annunciazione di Maria dal 25 marzo al 2 aprile. Un ritorno al passato di cui non sentivamo il bisogno. Come ai tempi di James Bond e delle bandiere vendute su internet.
Giovanni Gigli
Tutti si ricorderanno del capodanno del film "Fantozzi" del 1975. Il complessino doveva suonare in due feste e per non perdere ambedue gli ingaggi, videro bene di mandare indietro l'orologio e anticipare lo scoccare della mezzanotte. Ma anche la Rai lo scorso San Silvestro, per battere la concorrenza sul tempo, anticipò il 2016 di qualche minuto. Noi contradaioli invece battiamo tutti: festeggeremo il Capodanno senese 8 giorni dopo: il 2 aprile anzichè il 25 marzo. La meritoria iniziativa fu inaugurata tre anni fa dal Rettore del Magistrato delle Contrade Pacciani, dopo che il Nicchio aveva ripreso da qualche anno questo tradizionale rituale. Probabilmente la sovrapposizione con il venerdi di Pasqua, (oppure la forzatura dell'ospite di turno), ha avuto la meglio sul doveroso rispetto per una data che non dovrebbe essere cambiata a piacimento. "Il 25 marzo, giorno dell’Incarnazione, è stata ritenuta la data più significativa per dare inizio a questo percorso di riflessione, in quanto è stata per secoli una scadenza rilevante per tutto il mondo cristiano, e tanto più per Siena ” Civitas Virginis”, che in quel giorno faceva cadere, fino la 1749, l’inizio del nuovo anno". Così si leggeva nel comunicato stampa del Magistrato del 2012 che annunciava l'iniziativa. Parole sante! Il 2 aprile si onorano San Francesco di Paola e Sant'Abbondio che non hanno niente a che vedere con l'incarnazione di Maria, cioè all'annuncio del concepimento di Gesù, data nella quale la Repubblica di Siena, come altre città, faceva iniziare il calendario. Spostare questa data non ha senso e tutto perde di significato, meglio non partecipare. Comunque poco male, dopo le "lectiones magistrales" del Cardinale Ravasi del 2013, di Massimo Cacciari del 2014, di Enzo Bianchi Priore della Comunità Bose del 2015, quest'anno è stata scelta Monica Maggioni, presidente Rai: non ci perderemo nulla.
P.S.: Però, a pensarci bene, Sant'Abbondio si presta bene per essere festeggiato dal Magistrato delle Contrade...
Giovanni Gigli